Diffusione di GNU/Linux: di chi è la colpa?
Ogni anno sul finire del calendario, si sente qualcuno dire: “L’anno prossimo sarà l’anno di GNU/Linux“
In questo post, limitatamente alle mie conoscenze, cercherò di rispondere ai motivi della mancata affermazione di GNU/Linux.
Mi piacerebbe che voi lettori partecipaste attivamente alla discussione.
Se qualche lettore è bravo con l’inglese mi farebbe un grosso favore se riuscisse a tradurre il testo 😛
Questo rappresenta uno dei problemi più ostici da affrontare. Se da un lato il riconoscimento hardware su GNU/Linux sta raggiungendo alti livelli, dall’altro spesso e volentieri basta avere una periferica non supportata al 100% per avere grossi problemi nell’uso del pc. Questo accade sopratutto per le periferiche di nuova generazione. I produttori hardware sono ancora restii a supportare il proprio hardware fornendo i driver per GNU/Linux così come invece fanno con Windows.
Vi siete mai chiesti come mai l’utenza professionale si tiene alla larga da GNU/Linux? Semplice, mancano le killer application!
La soluzione più “facile” in questo caso è contribuire alla realizzazione di queste applicazioni. Già oggi ci sono valide alternative, per Photoshop ad esempio abbiamo l’ottimo e bistrattato GIMP.
La Pubblica Amministrazione potrebbe infischiarsene bellamente del problema dell’hardware supportato nonché software specifici. Perché? Beh perché normalmente la Pubblica Amministrazione, così come le scuole o le grandi industrie, si affidano ai grossisti facendo bandi di gara pubblici e sono i fornitori che devono adeguarsi fornendo i loro preventivi. Basta fornire ai fornitori una lista di hardware supportato e aspettare che i fornitori facciano i preventivi. Anche sul versante software la Pubblica Amministrazione può infischiarsene in quanto molti applicativi che usano sono specifici e scritti appositamente per loro, un eventuale versione per GNU/Linux se commissionata consentirebbe sia lavoro per i programmatori che arricchimento per la comunità.
Il fenomeno della mancata diffusione di GNU/Linux nella Pubblica Amministrazione è tipicamente italiano, in altre nazioni infatti la penetrazione di software libero nella PA è importante e chi di dovere incoraggia l’uso di soluzioni open.
Volete un esempio pratico? Lo potete trovare in un mio precedente articolo La gendarmeria francese risparmia 2 milioni di Euro l’anno grazie ad Ubuntu
Passare a soluzioni open source per la Pubblica Amministrazione è un dovere ed un vantaggio. Un dovere perché deve essere garantita l’utilizzo dei documenti prodotti nel tempo e l’uso di formati non proprietari: è impensabile che un utente debba dotarsi di Microsoft Office per aprire un documento prodotto dalla Pubblica Amministrazione. È altresì un vantaggio perché come il caso Gendarmeria francese insegna si attua fin da subito un grosso risparmio che in tempi di crisi come quelli in cui l’Italia versa in questo periodo può solo far del bene.
In gioco ci sono le commesse che le grandi aziende dell’IT riescono ad ottenere dalla vendita agli Stati di soluzioni software. Vengono vendute licenze a volume di sistemi operativi, suite da ufficio e altra roba. Alla Microsoft e altre aziende del settore fa comodo impossessarsi del segmento grandi utenti in quanto è una fonte certa di guadagno.
Una possibile soluzione a questo problema sarebbe di scegliere accuratamente chi ci va a governare. Come? In Italia esiste da tempo un sito internet, Caro Candidato, un sito internet collaborativo che ha lo scopo di sensibilizzare i politici ad
occuparsi di software libero e libertà digitali. Nel sito troverete quei candidati che si sono impegnati a sottoscrivere il Patto per il software libero.
La piccola utenza è rappresentata da tutti noi, che usiamo il computer nelle nostre case quale strumento di condivisione, svago e qualche lavoretto. Utenti che non hanno grandi bisogni e l’uso più frequente è dato dalla navigazione internet, qualche documento da stampare e se appassionati qualche gioco in alternativa alle consolle.
Anche gli utenti GNU/Linux nonché le comunità legate alle varie Distro a volte ci mettono del loro per non contribuire alla diffusione del software libero.
Uno dei problemi interni a GNU/Linux è quella che io chiamo “la logica del castello“. Immaginate un grande e vasto continente dove ogni tanto appare un castello. Questi castelli sono tutti belli, maestosi e al loro interno vivono grandi menti, e questi grandi menti sono accomunate dall’avere una stessa visione su come van fatte le cose. Ogni comunità pensa a come rendere migliore e speciale il proprio castello, fortificandolo, rendendolo bello. All’esterno di questi castelli c’è un vasto territorio abitato da persone in casucole normali. Ogni tanto arrivano i barbari e razziano questi territori.
Gli abitanti dei castelli sono troppo indaffarati a pensare al proprio castello da non accorgersi che basterebbe coalizzarsi per aiutare la povera gente preda dei barbari accogliendola fra le proprie mura.
Bene, questo scenario fantastico che ho appena descritto si può riproporre nella realtà informatica.
Sia ben chiaro, in passato questa diversità di vedute è riuscita a fare grande il mondo GNU/Linux e far svilupparlo rapidamente ed efficientemente. Ma ora questa logica non va più bene. Basti vedere la riaccesa e assurda guerra delle interfacce per i DE. Vediamo da un parte la comunità di GNOME che stravolto il desktop tradizionale per orientarsi ai tablet (GNOME Shell) e dall’altra Canonical che sempre sulle basi di GNOME ha realizzato la sua visione del desktop Unity. E gli uni e gli altri si copiano a vicenda e continuano a reinventare la ruota.
Ma questa unione delle forze potrebbe anche riguardare la cooperazione per realizzare quelle killer application di cui l’utenza business ha tanto bisogno. Un esempio di cooperazione attiva può essere rappresento da quanto accaduto con LibreOffice, dove le varie distro hanno deciso di appoggiare attivamente la Document Foundation per migliorare LibreOffice. Gli esempi ci sono, basta solo volerlo.
All’interno del panorama GNU/Linux esistono grandi forze, aziende che grazie al software libero fanno soldi come Red Hat (che sponsorizza Fedora) Novell (che sponsorizza openSUSE), Canonical (che sponsorizza Ubuntu) ed Intel (che sponsorizzava MeeGo). Queste aziende nel corso degli anni non hanno saputo sfruttare la propria influenza per stringere accordi commerciali con le aziende produttrici di hardware per penetrare nel settore desktop.
Dovremmo prendere tutti esempio da Stallman e dal suo instancabile peregrinare per il mondo per far conoscere a tutti i benefici del software libero.
Dobbiamo diventare portatori della buona novella, dobbiamo impegnarci attivamente a diffondere il verbo di GNU/Linux e i principi fondamentali sui quali la nostra passione si regge. La migliore pubblicità è infatti data da chi resta soddisfatto di qualcosa, il mondo si regge sul passaparola per queste cose, se compri un prodotto buono lo consigli, perché non dovremmo fare lo stesso con GNU/Linux?
Portate GNU/Linux nelle case degli amici, dei parenti, nelle scuole, nei luoghi di lavoro, fate conoscere alla gente che un’alternativa è possibile.
E se riuscite a coinvolgere qualcuno adottatelo, non abbandonatelo ma guidatelo perché i nuovi utenti hanno bisogno di qualcuno che li guidi per mano, anche per le piccole cose che per voi possono apparire scontate.
Contribuite come potete alla causa, contribuite e diffondete i principi fondamentali del software libero.
Farete del bene a voi stessi, ai vostri amici, ai vostri parenti, alla società in cui vivete. Solo così potremo cambiare le cose, solo così potremo arrivare a portare i principi del software libero nelle stanze dei bottoni e risolvere i problemi storici della mancata diffusione del software libero.