Windows 11 Pro richiederà un account Microsoft per accedere
In questi giorni sta girando la notizia che, come è successo tempo fa per la versione Home, anche Windows 11 Pro presto richiederà l’utilizzo di una connessione a internet per l’installazione e l’associazione ad un account Microsoft.
Divertente l’immediata risposta della community di KDE su Twitter, di cui posto uno screenshot.
Non faccio grandi questioni sulla privacy e cose così, alla fine per uno smartphone si fa in questo modo da anni e siamo praticamente tutti sui social. Però se forse per la versione Home la cosa poteva vagamente avere senso (rispetto ma non condivido), per la versione Pro le cose un po’ cambiano.
Dove lavoro io abbiamo dei pc di test, dei pc in giacenza, dei pc condivisi in sala riunione, e tutti questi, quando verranno aggiornati, avranno bisogno di un account Microsoft. No, non abbiamo Active Directory o simile.
Account che, oltre alla mail necessaria, andranno gestiti e, come ogni cosa da gestire avrà un costo anche se piccolo.
Un altro articolo, uscito proprio mentre sto scrivendo sottolinea anche a causa degli stringenti requisiti hardware potrebbe saltare fuori un avviso se Windows verrà installato su pc non supportati. Mi sembra di percepire un po’ di confusione a Redmond: prima si mettono i requisiti, poi si spiega come aggirarli, e poi si inizia a bombardare l’utente. Ma la cosa che più mi lascia perplesso è “Per gli utenti con un PC che non rientra nei requisiti del sistema ci sarà la possibilità di passare a Windows 11, ma con la consapevolezza che la compatibilità ufficiale con il sistema operativo non ci sarà e si potrebbe smettere di ricevere gli aggiornamenti, compresi quelli di sicurezza, da un momento all’altro.”
Per concludere
Nel mondo ideale a fine vita di Windows 10, ovvero a ottobre 2025, un sacco di gente dovrà buttare il proprio computer perfettamente funzionante e performante dalla finestra per comprarne uno nuovo generando un sacco di rifiuti e una domanda esasperata; nella realtà sappiamo non sarà così visto che ancora oggi i pc con Windows 7 sono ancora in giro nonostante il sistema sia in end-of-life da oltre un anno.
Tutto questo potrebbe benissimo essere un buono spunto per chi crea e mantiene le distro: limare gli spigoli più insidiosi di distribuzioni e package manager per installare programmi dovrebbe essere sempre di più una priorità.